Partire è un po' morire, almeno così dice chi si è affezionato al posto da cui parte. A volte è invece un girare pagina, con tanto entusiasmo e poca voglia di tornare. Tuttavia, è un po' nella natura umana, talora si è costretti a guardarsi indietro. Così, per chi scrive, a volte occorre sfrondare l'esistente, e tenere man mano solo le pagine piuttosto che tutto il giornale, perché non c'è spazio e gli articoli crescono di giorno in giorno. Ho deciso di raccogliere qui quelli scritti per varie riviste online e blog, magari alcuni persino chiusi o abbandonati, aggiungendo qualche pezzo cui ero particolarmente affezionato, benché pubblicato su cartaceo. Anche sugli argomenti mi sono limitato a tre, i preferiti, del resto: eros, arte e natura.

venerdì 4 luglio 2014

In bicicletta sul Garda

Il ciclismo, sport antico, eroico, d'altri tempi. Chi lo ama non può perdersi le tappe del Giro o del Tour, i muri delle Fiandre o il pavè della Roubaix in tv ed emulare la gesta dei suoi campioni sulle strade di casa. Ma non esistono solo i cicloamatori. La bicicletta piace, e fa bene, anche alle famiglie che nel fine settimana si concedono una bella passeggiata sulle due ruote. E dove meglio che nel comprensorio del Garda si può fare una sana pedalata? Garda scelto proprio da molti professionisti come palestra di allenamento e preparazione. Il basso lago offre percorsi morenici di grande bellezza, con colline e campi godibili su strade interne non troppo trafficate. Pozzolengo, Cavriana, Solferino, il corso del Mincio, sono mete facili, senza troppe difficoltà di percorso, adatte per qualsiasi tipo di cicloamatore, da quelli della domenica ai più allenati. Per gli amanti della mountain bike o del ciclocross inoltre, le stradine sterrate di campagna sono un banco di prova divertente e alternativo. La Valtenesi, per la sua conformazione più mossa, offre scenari suggestivi, con colline più alte che si affacciano sul bacino lacustre. È questo il caso di Polpenazze, Puegnago, Sovenigo, fino a scendere a San Felice, Portese e Salò. Si tratta di percorsi che esigono un allenamento un po' più affinato, ma che davvero vale la pena di provare. L'alto Benaco poi, con le sue montagne, è il posto ideale per chi ama la fatica e le salite. Tra queste, almeno quattro sono da ricordare. Sicuramente la strada monumentale della Prima Guerra Mondiale che porta al passo del Tremalzo con tratti sterrati. Tra le più frequentate dai mountain biker, anche stranieri, è un'esperienza davvero unica, che richiede una buona preparazione per la difficoltà dell'ascesa e coraggio in discesa. Sulla sponda opposta, leggendaria è la salita di Punta Veleno - Passo del Telegrafo che inizia nel paesino di Assenza, conosciuta per le sue pendenze proibitive. Affrontata dai professionisti durante il Giro del Trentino del 2012, fu definita già “velenosa” da Vincenzo Torriani che non se la sentì di inserirla nella corsa rosa. Rientra nella classifica delle ascese più dure d'Europa, con i suoi circa 10 km di lunghezza, duri tornanti stretti e panoramicissimi alternati a rampe altrettanto impegnative. Lo scollinamento è a Prada (1156 m) dopo più di mille metri di dislivello, una pendenza media del 10,5% e massima del 21% in molti tratti. Chiudiamo con due meno conosciute. Il monte Tesio - Tre Cornelli sopra Gavardo (in via degli Alpini) con i suoi 5 km e punte al 18% è una fatica inserita già in alcune gare e frequentata dagli appassionati del luogo. Il “muro di Morgnaga” infine attraversa l'omonima frazione: subito passata Barbarano di Salò si svolta in via dei Lauri e si prosegue in via Filippini fino ad innestarsi alla strada che da San Michele porta al Vittoriale. Sono circa 3 Km con tre tratti durissimi. Quello centrale, lo segnala il cartello, è al 25%. Provatelo! Del resto, avete voluto la bicicletta

da Area Blu n° 289 - maggio 2014






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